Des Moines è Simone Romei, musicista di Reggio Emilia con una profonda passione per il Folk Inglese degli anni ’60 (Nick Drake, Bert Jansch), l’American Primitive Guitar (John Fahey, Robbie Basho) e la tradizione americana prebellica.
Il primo album omonimo del 2015, coprodotto e registrato da Andrea Rovacchi dei Julie’s Haircut è stato pubblicato in sole 50 copie, quasi come stampa privata.
L’anno successivo, grazie anche all’aiuto di musicisti di grande esperienza, tra cui tre degli attuali membri dei Julie’s Haircut, iniziano le registrazioni di “Backwoods”, un EP composto da tre brani estratti dal primo disco, riarrangiati e risuonati, pubblicato in cassetta nel 2018 per La Barberia Records.
Nel 2017, Des Moines registra sempre presso il Bunker Studio di Andrea Rovacchi quelli che saranno i brani del suo secondo album “Like Freshly Mown Grass”. Il disco è stato prodotto da Egle Sommacal, musicista noto per la sua carriera solista e per essere membro delle band Massimo Volume e Wu Ming Contingent. Inoltre, l’album vanta la partecipazione di Emanuele Reverberi dei Giardini Di Mirò e di Mali Yea dei DOLPO.
“Des Moines è piena di rotaie – e andai a finire in una vecchia locanda tristissima delle praterie vicino al deposito delle locomotive, e passai una giornata intera a dormire in un grande letto bianco, duro e pulito, con scritte oscene incise nella parete accanto al cuscino e serrande gialle e malconce tirate giù sullo scenario fumoso dello scalo ferroviario. Mi svegliai che il sole stava diventando rosso; e quello fu l’unico preciso istante della mia vita, il più assurdo, in cui dimenticai chi ero, lontano da casa, stanco e stordito per il viaggio, in una povera stanza d’albergo che non avevo mai visto, col sibilo del vapore fuori, lo scricchiolio del legno vecchio degli impianti, i passi al piano di sopra e altri rumori tristi – e guardai il soffitto alto e screpolato e davvero non riuscii a ricordare chi ero per almeno quindi assurdi secondi. Non avevo paura; ero semplicemente qualcun altro, uno sconosciuto, e tutta la mia vita era una vita stregata, la vita di un fantasma. Ero a metà strada fra una costa e l’altra dell’America, al confine tra l’Est della mia giovinezza e il West del mio futuro, e forse è per questo che accadde proprio lì e in quel momento, in quello strano pomeriggio rosso”
da “On The Road” Jack Kerouac, 1957.