paccano duro, sono in tre, batteria, basso e chitarra
I critici facenti parte di tale opposizione si comportano anch’essi come uomini di potere, non facendo i nomi giusti. Solo queste possono essere le ragioni per cui gente come quei teppisti dei Supergonzo, pur esistendo da quasi oramai un lustro, sono oggetto solamente di un ristretto culto. Die Rechnung, Baby! Ustiona e offende come l’esplosione ravvicinata di cinque raudi e provoca danni di entità pari alle schegge di una pipebomb afgana, deflagrando in 3 minuti scarsi. Scatologia sonora pura, live fast diarrea modernamente liquida e in linea con lo zeitgeist: uomini minuti che suonano come se fossero abusati durante la ius primus noctis da violentatori con un dildo grosso e nero. Disco nuovo da cattarsi che è mondiale, una bomba: attenti che vi esploda nel culo (cit.).
Marco Pecorari
RUMORE ottobre 2010
Una delle proposte più interessanti che ci è capitato di sentire ultimamente
BLOW UP
Sintesi: l’essenza della modernità, il maggior numero di dati nel minor spazio e tempo possibile. È evidente, anche per i meno edotti di voi, come nell’epoca della comunicazione iperveloce e sintetica, delle “k” al posto del “ch”, i Supergonzo siano il gruppo rock per eccellenza e ora che finalmente potrete ascoltare Die rechnung, baby! capirete perché abbia suscitato un’attesa seconda solo a Chinese democracy dei Guns’n’Roses. Qui trovate tutto ciò che avete sempre desiderato ma non avete mai osato chiedere e in pochi, pochissimi secondi, così da non rubare troppo spazio alle vostre inutili esistenze. Ma non solo in questo sta la forza del disco e la sua grande attualità; quella dei Supergonzo è musica violenta ma soulful, dal respiro internazionale ma memore della tradizione del bel canto italico, ignorante ma non così stupida come ci si aspetterebbe. Soprattutto però è musica eminentemente democratica, adatta a grandi e piccini, dove ogni ascoltatore troverà il proprio genere preferito, se solo saprà riconoscerlo nel marasma generale. Diciamolo senza timore di essere smentiti: se non fosse per il trascurabile particolare che alcuni anni fa è deceduto, Karl Popper sarebbe in prima fila ai loro concerti. Danzerebbe in tondo durante la tarantellante Gonzoteque, farebbe stage diving al suono del classico heavy metal di Fear of the dork, si farebbe trasportare dai 46 secondi progressive di Route 69, insidierebbe le ragazzine con la sexy Let’s poop, baby come colonna sonora, infine si esalterebbe sulle note di Meaning e dyslexia, imprescindibile inno per ogni skinhead del terzo millennio. Ma appunto, lui non lo può più fare, sta a voi.
Emiliano Zanotti
YASTARADIO.COM
Per i gruppi come questo non c’è bisogno di florilegi e tecnicismi letterari, il noise punk dei supergonzi ha dei numeri, il loro è un demo da accattare.
RUMORE
Cinque pezzi per una durata totale di 2 minuti e 42 secondi. Non si dovrebbe aggiungere altro per far capire chi sono queste tre bombe ad orologeria e proprio per questo motivo non voglio che ci si impieghi più di due minuti a leggere questa recensione. Venti secondi già andati. Poi scoppia la bomba, o chissà, diventeranno la vostra band preferita (se già non lo è). Mi restano poco più di due minuti per dire che i Supergonzo con questo disco (registrato egregiamente da Carlos – Dork Studios) si confermano un gruppo mascherato che cela solamente i propri volti, ma non l’esplosione di quel flusso rabbioso ed accattivante che appartiene solo a loro. Sono noise o punk? Non tentate di catalogarli per generi musicali, andate a vederli dal vivo. Vi schianterete contro un muro compatto e vi piacerà essere chiamati stronzi dal bassista. E’ così che mantengono quella delirante genialità negli anni, affinandola: tagliandosi le dita, lanciando bacchette, mollando gli strumenti per terra e facendo un gran (bel) casino.
SOUND MAGAZINE
“Parlando di gente talentuosa e cazzona saluto il ritorno dei superprolifici e sempre molesti SP, stramaledicendoli perchè neanche questa volta riesco a farli demo del mese. Il noise nel cd dei gonzi spacca il culo quanto l’episodio precedente, ma è ancora più breve, ai limiti della presa per il culo. Che fare? Se non fossero così supergonzi però non li amerei.”,”[…]I Supergonzo sono così: spaccano il culo e rendono questo mondo meno peggiore[…]”.
RUMORE
Minimali, potenti e compatti.
IL MUCCHIO
I Supergonzo con il demo “Die rechnung, baby!” sono riusciti ad incarnare, o meglio a mettere in musica, il caos e la velocità del tempo in cui, volenti o nolenti, viviamo. Non si può parlare di canzoni ma di cinque schegge, momenti distinti riassumibili nella decadenza odierna. Ad una base punk si uniscono dissonanze chitarristiche, ritmiche schizoidi, un basso pieno e dinamico. Il tutto è reso più significativo dal lavoro di Carlos della Dork Records. La registrazione in presa diretta mantiene vive le peculiarità dei Supergonzo. Il power trio non si tira certo indietro e, nonostante la difficile commerciabilità della proposta, che chi scrive considera un pregio, stupisce e convince. Le voci sono solo corollario e non si può parlare di cantato, bensì di urlato, ma gli interventi vocali sono davvero ridotti al lumicino. La sensazione che lascia l’ascolto del demo dei Supergonzo è quella di trovarsi dinanzi ad una band che sa quello che vuole e che non si fa problemi a mostrarsi per quel che è, una masnada di casinari che, nonostante la buona dose di cazzonaggine, fa trasparire il suo talento compositivo-distruttivo.
IlVillafranchese